Helian Louis: Lo squitinio della libertà originaria di Venezia. Con un discorso di Luigi Helian Ambasciatore di Francia, contro i Veneziani, tradotto del Latino. E con note storiche.

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Descrizione

In Colonia, Appresso Pietro del Martello, 1681

16° Pagine 1 carta bianca + 8 non numerate + 2 carte bianche. Legatura coeva in piena pergamena. Titolo manoscritto al dorso su tassello. Carta uniformemente brunita. Vignetta calcografica con sfera armillare al frontespizio. Ottimo esemplare. Celebre pamphlet anonimo, ferocemente antiveneziano, tanto che le prime due edizioni vennero prima proibite e poi date alle fiamme dalla Serenissima. La presente dovrebbe costituire la quinta o la sesta edizione dopo le due o tre di Mirandola, Benincasa, 1612 e 1619 (due secondo Melzi, tre secondo Piantanida); quella di Genova, Guasco, 1653; e quella di Venezia, Tomasini, 1654. Così l’opera viene descritta proprio dal Piantanida (1013), “Famoso libello satirico contro la Repubblica veneta mediante il quale l’anonimo autore intese dimostrare che la libertà originaria della repubblica vantata dagli scrittori veneziani, non sussisteva, ma che invece Venezia è un antico dominio dell’Impero Romano e che di conseguenza l’imperatore del Sacro Romano Impero conserva sulla repubblica i suoi diritti e le sue pretese. Per la sua brevità, la scelta erudizione, la molta pratica di storia e di giurisprudenza, i fatti e gli spunti di critica esposti con novità, l’opuscolo ebbe enorme diffusione e molte ristampe”. Nella presente edizione del 1681 compare per la prima volta il discorso dell’ambasciatore francese Helian, che propone addirittura la distruzione di Venezia, scritto dopo la battaglia di Agnadello. Cfr: Melzi, III, 93, annotando che “colla data del 1612 avvi due edizioni di questo famoso opuscolo”, propone, con le opportune citazioni bibliografiche, una lunga sequela di possibili autori: Antonio Albizzi, Gualdo, Pignoria, Peireschio, Alfonso de la Cueva marchese di Bedemar, Marco Velsero, Gaspare Scioppo. Vinciana, curiosamente, dedica ben cinque schede al libello: 1013, 1014, 1015 (tre edizioni con varianti del 1612), 1016 (edizione del 1619), 1028 (edizione del 1653, attribuita a Raffaele Della Torre). La paternità del Della Torre viene accettata anche da Lozzi, III, 5970. Parenti, “Dizionario dei luoghi di stampa falsi ….”, 143, “Fu ristampata con la stessa data di Mirandola nel 1619 …. Da questa traduzione fu anche nuovamente volta in italiano e pubblicata con la falsa data di Colonia”. Cicogna, 897. Graesse, VI/I, 474-475, “Ce pamphlet à donné lieu à Fra Paolo Sarpi de faire l’Histoire du concile de Trente, car il pensait, que le “Squitinio” partait de la cour de Rome, et comme il ne pouvait pas y répondre directement , il composa son “Concile de Trente” pour mortifier cette cour”. Peignot, “Dictonnaire des livres condamnés au feu”, II, 144, “Ouvrage seditibux et rare”.

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