Questa è la storia di una Fenice che risorse dalle acque e non dal fuoco.
È il 18 Ottobre 1785, Venezia è in festa, domani c’è il varo della nave da guerra battezzata Fenice. La Fenice è il fiore all’occhiello della Marina da Guerra della Serenissima, monta 74 cannoni e per dimensioni ed armamento, ha poche rivali nel suo tempo. Purtroppo però, la nave imbarca acqua, quindi viene deciso di rompere gli ormeggi e portarla nel canale Spignon (in zona Alberoni del Lido) per l’affondamento. Dopo un primo tentativo di recupero, giace sul fondale per tre anni. Nel 1788, il recupero viene affidato all’ex Senatore Giovanni Giusto (raffigurato nell’incisione in antiporta del volume, mentre offre a Venezia il suo libro). Il Giusto riesce nella grande impresa di “ripescare” la Fenice con i suoi 74 cannoni. Per celebrare la grande impresa, viene stampato questo volume encomiastico, nel quale sette grandi incisioni di Giuseppe Daniotto, su disegni di Giuseppe Cason, illustrano le fasi del recupero.